Un gruppo di registi capitanato da Quentin Tarantino, Christopher Nolan e Judd Apatow ha fatto pressione agli studios hollywoodiani per soccorrere la Kodak, ultima compagnia che produce ancora pellicola. E a quanto pare, si è raggiunto un accordo
La resistenza hollywoodiana: Quentin Tarantino, Christopher Nolan e Judd Apatow sono solamente alcuni dei registi che hanno bloccato gli studios hollywoodiani per convincerli a sostenere la Kodak nella preservazione della pellicola, materiale sempre più boicottato con la rivoluzione digitale. Secondo il Wall Street Journal, grazie all'impegno di questo gruppo di autori (che include anche J.J Abrams), una serie di case di produzione sarebbe in procinto di firmare un accordo con Kodak, garantendo la continua fabbricazione di pellicola. Parte del contratto prevede infatti l'obbligo, da parte degli studios, di acquistare una tot quantità di pellicola nonostante non sappiano poi bene come usarla in futuro. Insomma, un assoluto ricatto che ha però del geniale.
Rircordiamoci che la vendita di pellicola si è abbassata del 96% a partire dal 2006, anno in cui compagnie come la Paramount e la Weinstein Company hanno deciso di sfruttare le più economiche tecnologie digitali. Eppure, qualcuno non è d'accordo. “Per quanto mi riguarda, le proiezioni digitali sono la morte del cinema. Il fatto che molte opere non siano presentate in 35mm sta a significare che il mondo è perduto. La proiezione digitale è solo televisione al cinema”, sostiene Quentin Tarantino, mentre Christopher Nolan ha dichiarato che “girare in pellicola rappresenta ancora lo standard migliore per il cinema”. Gran sostenitore del materiale è anche Judd Apatow: “Girare in digitale è una scelta valida – dice l'autore – ma sarebbe una tragedia se improvvisamente i registi non avessero più la possibilità di scegliere la pellicola”.
Insomma, salviamo la Kodak dal fallimento, sperando che questo non si riveli solamente un atteggiamento puramente necrofilo. Non scordiamoci infatti che l'avvento del cinema digitale è stato fattore determinante per lo sviluppo di cinematografie precedentemente quasi inesistenti, e pensiamo al cinema filippino e a tutte le new waves asiatiche in generale. Dice Khavn De La Cruz, enfant terrible dell'indie di Manila: “Girare e processare un minuto di pellicola costa circa 25 euro, un minuto di digitale 0,03 centesimi. Fate i vostri calcoli: una galassia di differenza”.
E voi, da che parte state?
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